La stagione estiva è terminata da poco ma possiamo già fare alcune riflessioni sullo sviluppo e le variabili che hanno avuto un ruolo fondamentale per le strutture ricettive.
Le somme dell’estate 2022
“Il buon andamento dell’estate non è stato sufficiente a far tornare in pareggio il bilancio del sistema turistico italiano. Guardiamo con grande preoccupazione ai prossimi mesi e al rischio che tutti i mercati, non solo quello turistico, vengano funestati da una combinazione esplosiva di aumento dei costi e riduzione della domanda” – Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi.
Nonostante il trimestre estivo si possa considerare positivo, dall’analisi del Centro Studi di Federalberghi, emerge che da gennaio a settembre si è tenuta una discesa del 6,9% delle presenze dei turisti nelle strutture ricettive rispetto al allo stesso periodo del 2019 (-3,6% per gli italiani e -10,1% per gli stranieri). Inoltre, secondo i dati, derivanti dalle interviste di Isnart-Unioncamere durante il periodo estivo 2022, le imprese ricettive italiane hanno venduto in media nel mese di giugno il 51,5% delle camere, il 72,6% a luglio e il 78,8% ad agosto. Le presenze dei turisti italiani inoltre sono state stimate intorno al 64,2% contro il 35,8% provenienti da fuori nazione. (dato che risulta in ripresa rispetto all’estate 2021).
Le tendenze di viaggio
Come sottolineato dall’analisi effettuata dall’ Osservatorio le motivazioni che hanno spinto nel periodo estivo 2022 le persone a intraprendere viaggi turistici in Italia possono essere ricondotte a:
- luogo ideale per riposarsi (18,8%);
- ospitalità da parenti e amici (17%);
- ambiente immerso nella natura (16,8%);
- il desiderio di vedere un posto mai visto (16,1%);
- la ricchezza del patrimonio artistico/monumentale (15%);
- balneare: svago e relax (14,8%);
- il rapporto qualità-prezzo (14,1%);
- la facilità di raggiungimento (12,6%) e la vicinanza della meta (11,8%);
- la conoscenza della struttura ricettiva (11,7%)
Tra crescita e aumento di prezzo
Quali sono quindi le variabili che hanno influenzato e che, inevitabilmente, influenzeranno il turismo nel prossimo futuro?
Anche se il settore del turismo sembra in ripresa dopo le interruzioni dettate dalla pandemia, le decisioni dei viaggiatori e degli stessi imprenditori turistici sono condizionate da inflazione e aumento dei costi. Infatti, come riportato dal medesimo bollettino di Isnart-Unioncamere sopra citato, le vendite risultano superiori agli anni passati, ma l’aumento dei costi mette in difficoltà 1 impresa su 2, costringendo 1 impresa su 3 prevede di accrescere i prezzi.
Infatti, già ad inizio giugno, i risultati delle indagini condotte dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di commercio riscontravano forti preoccupazioni per dall’inflazione e di conseguenza riguardo le difficoltà di gestione delle imprese.
Personale e nuove figure di competenza
In generale, come riportato dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal ( basato sulle interviste a campione su di più di 104.000 imprese a cavallo di giugno e luglio) sottolineavano la difficoltà di reperimento da parte delle imprese principalmente per mancanza di candidati (8,9 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno).
Nel settore turistico, durante il periodo estivo si è registrato un calo occupazionale decisivo. Dai dati riportati, il 60,7 % delle strutture alberghiere e il 14,1% di quelle extra alberghiere hanno incontrato grandi difficoltà a reperire personale stagionale. Sono stimate così circa 2 milioni di “assunzioni difficili”, di cui 400mila per figure professionali nel settore del turismo, principalmente a causa di carenza di candidati nel 25% dei casi, mentre nel 10% dei casi per preparazione non considerata adeguata.
A queste difficoltà si aggiungono, secondo Randstad, la necessità di aggiornamento delle competenze utilizzabili per creare nuove opportunità per la struttura e, allo stesso tempo, per risorse umane qualificate.
Tra le figure professionali più ricercate, continua l’agenzia, ci sarebbero posizioni come l’energy manager, social media manager, data analyst, digital marketing manager ed esperti di digital management per prodotti e destinazioni turistiche.
Come rileva l’Osservatorio, oggi per il 51,9 % delle persone Internet rappresenta il principale strumento che influenza la scelta di soggiorno.
È necessaria quindi una continua formazione che renda concrete possibilità di crescita e di posizionamento delle strutture alberghiere, lasciando indietro risorse e attività sempre più obsolete per favorire l’applicazione di capacità sempre più specifiche e utili nel campo dello sviluppo digitale nel settore turistico.
Fonti:
https://www.isnart.it/
https://www.confcommercio.it/
https://www.unioncamere.gov.it/