La vacanza all-inclusive non vende più? Non è vero, lo dice Google

I modelli turistici storici non sono superati come dicono

all inclusive non vende più

Tra le diverse riflessioni tipiche di fine stagione estiva ho scelto di affrontarne una dibattuta principalmente da noi consulenti ma, che interessa sicuramente gli operatori e trova la risposta negli utenti.

Di cosa sto parlando? Di tutte quelle dichiarazioni assolutistiche che fanno girare frasi come “il mercato turistico è cambiato, player come Airbnb hanno stravolto le cose. Ormai la gente non cerca più la soluzione a pensione completa e l’albergatore deve capirlo e cambiare tutto“. Dichiarazioni che vengono raccolte dagli operatori, unite ad una serie di convinzioni figlie dell’esperienza (e di qualche retaggio culturale), finendo per generare confusione.

Non sono così pazzo da non essermi accorto che effettivamente le cose sono cambiate e che determinati strumenti hanno profondamente inciso sulle “regole del gioco”. Tuttavia, toccando con mano il mercato della Riviera Adriatica che sull’all-inclusive ha costruito la sua storia, mi sono chiesto se non fosse il caso di andare più in profondità, provando a capire quello che effettivamente la gente desidera e cerca. E Google una risposta (seppur di massima) può darcela attraverso lo strumento Google Trends e una semplice analisi sulle intenzioni di ricerca.

Quindi cosa metto sul piatto? Una località di mare, una lacustre, una di montagna e una città, e l’intenzione di ricerca standard di chi cerca una struttura che gli offra pernottamento, colazione, pranzo e cena in unica soluzione. Cerchiamo di capire se la domanda è veramente così cambiata nel tempo. Prendiamo gli ultimi 5 anni come tempo di riferimento, indicativamente il tempo in cui OTA e sharing economy hanno preso il sopravvento, e limitiamoci al solo turismo interno quindi ricerche in lingua italiana (anche se con l’uso di inglesismi).

Hotel all inclusive Rimini

Riviera Romagnola è sinonimo di turismo fatto principalmente da famiglie che sognano una settimana a zero pensieri, spostamento massimo 100 metri dalla camera di giorno e 500 metri verso una passeggiata di sera. Milano Marittima, Cesenatico, Rimini o Riccione offrono lo stesso modello di vacanza (e di servizi collegati) quindi non c’è incentivo a muoversi di giorno in giorno. E infatti la risposta che Google ci da va esattamente in questa direzione. Una lieve flessione nel corso del tempo c’è stata ma ora tutto pare esattamente allo stesso posto di 5 anni fa e con dinamiche pressoché identiche. La domanda di un certo tipo di vacanza esiste ancora ed è forte.

ricerche hotel rimini all inclusive

Hotel Moena mezza pensione

La tipica soluzione per la montagna, specie nella stagione invernale, è la mezza pensione (mentre l’all-inclusive è palesemente non significativo.) Colazione abbondante, pranzo in rifugio e cena in hotel tra stanchezza e la poca voglia di uscire fuori al freddo alla ricerca di una grappa. Analizzando le intenzioni di ricerca si nota una dinamica meno stabile (ma qui la stagione è doppia, estate e inverno) ma comunque le ricerche nel tempo sono più o meno costanti, salvo qualche eccezione. Per le soluzioni all-inclusive la domanda è sempre stata poca mentre la soluzione “tipo” resiste nel tempo.

hotel moena mezza pensione

Hotel all inclusive Riva del Garda/ Hotel all inclusive Venezia

Lago e città identificano un tipo di vacanza basata sullo spostarsi e sul desiderio di non avere vincoli, in particolar modo quando si tratta di pranzo. E infatti su Google non c’è una dinamica decrescente, semplicemente una domanda non è mai esistita e mai esisterà. La formula principale era quella del b&b e resterà tale.

nessun ricerca

E allora cos’è cambiato?

Non facciamoci ingannare da quanto visto finora. Il cambiamento è stato radicale ed importante. In alcune zone dell’Italia è diventato molto difficile trovare hotel per le vacanze al mare poiché sono ormai stati soppiantati dall’affitto di case private. Anche lo stesso modo di fare ristorazione all’interno degli hotel è mutato, adeguandosi al desiderio delle persone di pasti frugali e meno impegnativi.

L’obiettivo di questo articolo tuttavia è quello di far capire come serva sempre grande cautela nel lasciarsi andare a valutazioni sommarie, spesso dettate alla grande fiducia e predisposizione verso le nuove tecnologie. Il fatto che in breve tempo cambino i canali e i metodi di fruizione non significa necessariamente che il mercato venga stravolto con la stessa rapidità. Alcuni capi saldi radicati nel tempo vengono plasmati dagli strumenti ma sono destinati a restare e a recitare una parte predominante nel business delle attività.

L’importante è continuare ad osservare con attenzione, di anno in anno, tutti i fattori che possono determinare l’andamento della domanda e la loro incidenza, in modo che il giorno in cui la frase “La vacanza all-inclusive non vende più” diventerà vera, saremo pronti ad offrire l’alternativa che le persone ci hanno dimostrato di volere.

E tu cosa ne pensi? Com’è andata la tua stagione? Hai notato una vendita diversa e in calo rispetto alle stagioni precedenti? Dimmelo nei commenti.

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