Da qualche giorno si parla nei vari gruppi e tra gli addetti ai lavori di un ulteriore sfida che Booking.com sta testando sulla propria piattaforma e che potrebbe stravolgere ulteriormente le regole del mercato. Parlo delle camere non rimborsabili a cancellazione gratuita, una soluzione a cui avevano pensato in tanti ma che tutti ritenevano di difficile applicazione.
Tutti tranne Booking.com che ha iniziato a testarne l’efficacia su un numero ristretto di strutture anche in Italia, spiegando le ragioni di questa direzione a webitmag.it
Dal momento che stiamo continuando ad ottimizzare ogni aspetto della nostra piattaforma per creare la migliore esperienza possibile per i nostri clienti e partner, stiamo eseguendo un test su come mostrare tariffe non rimborsabili per un gruppo selezionato di strutture. Per questo test, le tariffe non rimborsabili dalle strutture partecipanti appaiono completamente flessibili ai clienti e sono effettivamente in grado di essere cancellate gratuitamente.
Nel caso in cui un cliente annulli la prenotazione o garantiamo alla struttura un altro ospite che vuole prenotare la stessa stanza oppure copriamo il costo della prenotazione. Crediamo che questa sia una soluzione win-win: per i partner, la loro politica non rimborsabile è rispettata e garantita al 100% da Booking.com; per i nostri clienti in quanto fornisce loro la scelta aggiuntiva e una maggiore flessibilità che sappiamo essere apprezzata. I partner possono disattivare il test in qualsiasi momento se non desiderano più partecipare.
Cosa cambia con le camere non rimborsabili a cancellazione gratuita?
Il cambiamento drastico è lato cliente poiché aumenta notevolmente la flessibilità, anche per soluzioni già molto flessibili di suo. Lato albergatore la soluzione si presenta piuttosto attraente, stimolando l’aumento della propria disponibilità sulle OTA in particolar modo nei periodi dove vendere da soli diventa complicato anche per scarsità della domanda. Booking si prende tutto il rischio della cancellazione garantendo comunque la vendita al venditore anche nel caso in cui non riesca a riempire la camera.
Resta da capire come andrà a funzionare il tutto nel momento in cui non si tratterà più di un test su un numero limitato di strutture.
Ma come fa Booking.com ad assumersi un rischio del genere?
Proviamo a ragionarci. Osservando la comunicazione odierna, Booking.com ha abbandonato completamente la variabile prezzo per stimolare l’interesse delle persone e punta tutto sulla possibilità di cancellazione per “quasi” tutte le camere. Ed è proprio su quel “quasi” che vuole giocarsi un ulteriore vantaggio competitivo che gli permetterebbe di dominare ancora di più il mercato e per lungo tempo.
Booking.com sfrutta da tempo i big data e sistemi di business intelligence per monitorare costantemente i viaggiatori e i loro desideri, offrendo “sempre” la cosa giusta quando le persone la desiderano. Pensate alla mail con le migliori offerte che vi arriva il giorno dopo aver fatto una ricerca su una destinazione. Non una prenotazione, una semplice ricerca.
Avendo una quantità infinita di dati sul comportamento di entrambe le parti non è difficile capire come mai stiano tentando di andare in questa direzione: sanno che è quello che vogliono un po’ tutti e puntano a darglielo. Come sempre.
Fonte: webitmag.it
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