Flessione della domanda di metà luglio: cosa fare, cosa no e perchè

Come affrontare un periodo di calo fisiologico delle richieste, soprattutto sul mercato balneare

In questi giorni di metà luglio il mercato turistico vive qualche giorno di “stallo” pur trovandoci nel cuore dell’estate. Da una parte alcune perturbazioni che hanno rimescolato gli equilibri che il grande caldo aveva creato, dall’altro una normale dinamica con cui ci troviamo a confrontarci praticamente ogni anno.

Chi fa un buon uso di dati storici e statistici aspetta questo periodo con serenità, consapevole che il periodo tra fine luglio e i primi di agosto porta una lieve flessione dovuta principalmente al fatto che chi voleva fare ferie in luglio le ha già fatte e chi le desidera in agosto si concentra sulle due centrali del mese che sta per arrivare.

I più pronti ne approfittano per riorganizzarsi e prepararsi al rush finale della stagione, magari facendo riposare un po’ anche il personale e impostando quanto necessario per allungare un po’ la stagione verso la fine di settembre. Tutti gli altri invece vivono con negatività un periodo “fisiologico” e sentono l’esigenza di fare qualcosa per invertire questa inerzia difficile da digerire.

Nascono quindi azioni spesso scoordinate da tutta la strategia, con leve di marketing e comunicazione che finiscono nello stesso calderone, guidato dall’ansia e dalla paura di non portare a casa il risultato. Analizziamole cercando di valutarne lucidamente pro e contro.

Attività comunicative e advertising

La newsletter di solito è la prima azione che viene in mente. Si punta a fare affidamento sull’utente fedele o che comunque è già stato in casa nostra, in certi casi semplicemente informandolo e in altri casi sconfinando in Direct Mail Marketing che puntano alla classica offerta che non si può rifiutare. Nel primo caso l’azione non è sbagliata, anzi. Nella peggiore delle ipotesi si sarà tenuto “caldo” il database con delle informazioni utili ed aggiornate, magari risvegliando qualche cliente dormiente. Anche nel secondo caso non è detto che non si riesca a prendere qualcosa ma bisogna sicuramente tenere conto di quanto si è offerto fino a quel momento a quello stesso database e vedere come ha risposto. Il rischio è quello di risultare forzati, pressanti con il risultato diametralmente opposto a quello desiderato.

L’altra azione tipica è l’aumento degli adv e i relativi budget dove occorre fare due distinguo: da un lato può avere senso per cercare di farsi trovare prima degli altri, dall’altro devi comunque pensare che ad un calo della domanda corrisponde un calo delle ricerche quindi non è sempre detto che a più advertising corrispondano più utenti, anzi. La stessa idea viene a tutti e i costi per i cpc lievitano vertiginosamente.

Quanto alle attività social continua pure a farle per raccontare la tua attività e l’estate che sta attraversando ma evita di fare affidamento al rilancio dell’offerta a freddo: non arriverà niente.

Attività di marketing

Principalmente qui si parla di offerte ed è importante che proviamo ad analizzare questo tipo di azione. Per essere una vera offerta devi riuscire ad aumentare il valore percepito agli occhi delle persone.

Se la tua intenzione è di farlo ribassando il prezzo prova a ragionarci un attimo: da un lato a qualcuno potresti far gola ma dall’altro non pensi che altri potrebbero pensare che fino a quel momento offrivi qualcosa in totale sovrapprezzo?

Inoltre, se pensi di costruire un’offerta di questo tipo domandati a chi la stai rivolgendo: spesso e volentieri sono offerte anche interessanti ma non hanno un potenziale pubblico da raggiungere. Non sto dicendo che non abbia senso provarci, sia chiaro: quello che dico è che non deve essere l’ansia da camere vuote a costruire l’offerta ma una razionale cognizione di poter incontrare i desideri e la domanda di qualcuno.

Concludendo quindi…

È tutto qui il fulcro del discorso: è vero che il paradigma “perfetto” del marketing turistico (e del marketing in generale) è quella di riuscire a creare una domanda per cui si ha già pronta l’offerta. Tuttavia è importante essere consapevoli che sul breve periodo è piuttosto complicato generare nuova domanda, soprattutto in periodi in cui la stessa è influenzata da agenti esterni su cui possiamo fare poco o nulla (abitudini della gente, meteo, ecc…).

Affidarsi a dati storici sicuramente aiuta e facilità le cose quindi qualunque azione si decida di fare è importante che venga monitorata e che se ne tenga traccia per le prossime stagioni.

Sì, perché l’anno prossimo attorno alla metà di luglio saremo nelle stesse condizioni e se avrai gli stessi dubbi vuol dire che gli anni precedenti non hai ragionato e misurato abbastanza.

 

 

 

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